La versione da TRACK DAY della RICKMAN METISSE MK6 R con cui gli appassionati gentleman-riders potranno divertirsi la domenica mattina sui circuiti Britannici prima di ritrovarsi al loro PUB preferito!
OBIBOI.
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La MK 6 R sarebbe un fantastico connubio tra la tradizione e la modernità, una motocicletta da grandi intenditori, amanti delle moto Inglesi e dell'artigianalità sopraffina ma con un tocco estetico più sofisticato e contemporaneo, rispetto al look superconservatore dei modelli stradali in listino.
Dotata della miglior componentistica attuale, la MK6R sarebbe il summa della maestria costruttiva della Casa, interamente realizzata a mano e interamente personalizzabile qualora dovesse giungere alla produzione, sarebbe una supersportiva assolutamente gratificante sia in termini di orgoglio del possesso che in quelli meramente prestazionali e di soddisfazione alla guida, grazie alla leggerezza del mezzo, all'ottimo bilanciamento della ciclistica e alla potenza attorno ai 100 CV assolutamente adeguata allo spirito della moto.
Un oggetto di culto per gli appassionati di moto particolari , dotati di grande gusto e naturalmente molto...facoltosi e... pazienti, visto che giustamente per la costruzione dei propri gioielli la RICKMAN METISSE si prende il giusto...tempo.
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Un vulcano di idee e capacità che lo portarono ad essere eccellente venditore di auto e moto, editore di numerose riviste specializzate, pilota di moto di grande successo ed alla fine , entrato in possesso del mitico Marchio INDIAN, anche costruttore di motociclette.
Dapprima con lo sfruttamento del Marchio per la realizzazione ed il commercio di mini moto, poi verso la fine degli anni 60 con la creazione ( avvalendosi della collaborazione di Leopoldo Tartarini) di due motociclette , una monocilindrica di 500cc. dotata di motore VELOCETTE e una bicilindrica con propulsore ROYAL ENFIELD ( allora ancora Inglese).
La ricetta da buon Americano era semplice e pragmatica, prendere un motore sufficientemente potente e robusto e costruirgli intorno una ciclistica più valida di quella originale, con le migliori sospensioni , ruote e freni reperibili sul mercato, una veste estetica più gradevole e sportiveggiante ed...ecco fatto!
Una moto Americana con motore Britannico, componentistica ed estetica Italiane, più leggera e stabile delle concorrenti,..... doti che molti appassionati USA hanno da sempre apprezzato.
Purtroppo nel 1970 a causa di un infarto , Mr. Clymer morì, con soli pochi esemplari della bicilindrica già completati ed il progetto in pratica...sfumò!
Oggi , pur con nuove proprietà e orizzonti industriali diversi, sia INDIAN che ROYAL ENFIELD sono ancora sul mercato e magari potrebbero anche decidere dopo oltre 50 anni di dare vita ad un progetto comune, che porterebbe INDIAN ad allargare la propria gamma verso cilindrate più piccole e tipologie differenti e ROYAL ENFIELD ad aumentare la produzione.
Due i modelli papabili, una monocilindrica da 400cc. con il propulsore della Himalayan e una 650 con il bicilindrico della Interceptor, entrambi opportunamente raffreddati ad aria per avere il look anni 70 di cui tutte e due le moto sarebbero permeate, nonostante l'inserimento della pregevole componentistica moderna, irrinunciabile in una moto comunque ....moderna.
Estetica dagli stilemi direttamente derivati dalle antenate seppur ovviamente dimensionati per le corporature e le esigenze dei giorni nostri per moto dedicate a chi ama le .....classiche ma... particolari!
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Recentemente MBP ( che avrà sede in Italia) ha presentato il suo primo modello , una moderna naked bicilindrica da circa 500cc. che però ha lasciato interdetti gli addetti ai lavori che hanno immediatamente ravvisato che questa M502 N in realtà non sia altro che la già nota GAOKIN FLAME 500, con gli adesivi MBP!
Quindi una mera operazione commerciale di re-branding come siamo ormai abituati con altri pseudo costruttori che vendono motociclette di produttori Cinesi con il proprio logo.
Speriamo che questo prodotto sia dovuto solo alla fretta di presentarsi sul mercato e che prossimamente MBP proponga modelli davvero di progettazione propria seppur con motorizzazioni commerciali.
Ci piacerebbe, ad esempio un grintosa Scrambler/Enduro sempre bicilindrica, con lo spirito e gli spunti estetici opportunamente modernizzati delle enduro Jap anni 70 e 80, dalla ciclistica adatta al fuoristrada, leggera e divertente oltreché ben confezionata e rifinita.
La XTRO 502 potrebbe avere il suo posto nel mercato delle moto per i giovani , differenziandosi anche dai Marchi "fratelli", puntando sulla piacevolezza estetica e su una aggressività misurata , rassicurante ed identificativa di quello che saranno i prodotti futuri della Casa.
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Una fantastica DUAL SPORT che prende fortemente spunto dalla TS 400 Apache dei primi anni 70, una monocilindrica due tempi per il fuoristrada non competitivo e il diporto anche se dal look fortemente influenzato dalle moto da cross della Casa, per cui graditissimo soprattutto negli USA.
La moderna erede riprende la filosofia dell'antenata di moto divertente e facile, implementandone le qualità con un ancora più ampio campo di possibilità d'uso, grazie al motore bicilindrico ed alle ovvie evoluzioni in campo prestazionale e di sicurezza che le permetterebbero un utilizzo davvero poliedrico.
Ovviamente il tutto confezionato con un aspetto estetico davvero d'impatto con gli stilemi Seventies e le sgargianti livree tipiche del periodo, sicuramente gradite sia agli appassionati che ai più attenti ai trend modaioli.
Funzionalità, qualità ed estetica, il mix perfetto per la SUZUKI TS 700 APACHE!
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Oltre alle quasi scontate proposte Crossover e Naked, SUZUKI potrebbe a sorpresa proporre una bella moto Classic dalla filosofia tipicamente Seventies, che interpreti adeguatamente lo spirito di una maxi moto di quegli anni gloriosi per l'industria Nipponica.
La nuova TITAN 700 riprenderebbe il pensiero della prima SUZUKI di grossa cilindrata della Casa, che era per la verità "solo" una 500 bicilindrica a due tempi, ma bisogna pensare che nei primi anni 70, una moto da 500 cc era considerata comunque una moto di consistente cubatura.
La TITAN originale era una tipica moto Jap di quel periodo, pragmatica ed ottimamente costruita, tanto che sono innumerevoli gli esemplari giunti ai giorni nostri in eccellenti condizioni.
Prestazioni notevoli grazie al robustissimo propulsore raffreddato ad aria, che opportunamente elaborato si rese anche protagonista di eccellenti risultati in ambito sportivo e ad una ciclistica tradizionale ma razionalmente disegnata.
Non particolarmente vistosa stilisticamente aveva però delle livree dai colori sgargianti tipiche del periodo che la rendevano attraente ai giovani appassionati.
Oggi la nuova TITAN 700 dovrebbe seguirne le orme, offrendo un mezzo molto "concreto" e sobrio , dalla ormai quasi dimenticata qualità tipica delle moto Giapponesi nella finitura e nei materiali, una moto di grande sostanza, adatta a tutti gli utilizzi, comoda, dalle prestazioni umane e dall'estetica comprensibile, destinata ad accompagnare il proprio pilota per molto tempo e molti chilometri.
Una SUZUKI da intenditori, vera erede della TITAN.
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La SRK 750 NEXT CAFE', derivata direttamente dalla BENELLI 752 ( ricordiamo che la Casa Pesarese è di proprietà di QJ), se ne differenzia decisamente nel look, più personale e dai particolari più ricercati che strizzano l'occhio alle caratteristiche tipiche delle Cafè Racer.
Un mezzo molto trendy che sicuramente potrebbe far breccia nel cuore degli appassionati più attenti e desiderosi di una moto con un "guizzo" estetico più deciso, fatte salve le ottime caratteristiche di base.
Naturalmente oltre al mercato interno Cinese, un modello con questa caratteristiche sarebbe ottimo anche per essere esportato nel resto del mondo, magari opportunamente rimarcato con i vari brand di cui la Casa Madre è detentrice, a seconda del Paese in cui verrebbe distribuito.
Quindi oltre alla validità tecnica e alla competitività del prezzo, se QJ cominciasse ad offrire anche una diversa attrattiva estetica, sicuramente aumenterebbe le proprie opportunità di crescita nel mercato globale.
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Eppure pur perseguendo la stessa filosofia, con un impegno maggiore nella personalizzazione dei modelli, una moto che potrebbe stuzzicare i clienti Occidentali e distribuita con il prestigioso Marchio ZUNDAPP ci potrebbe anche stare.
Una bella Scrambler bicilindrica, con le ruote dalle canoniche misure da fuoristrada, con gli scarichi alti, buone sospensioni dall'escursione adeguata ed un look che strizzi l'occhio alle moto da Regolarità anni 70 con i colori ZUNDAPP, avrebbe di sicuro un buon apprezzamento.
Perchè no?
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Supersportiva dicevamo, ma dalle caratteristiche human oriented, sia in termini di prestazioni pure che sotto l'aspetto economico.
Una moto destinata al pubblico giovane e sportivo che non può o non vuole impegnarsi con moto dalle potenze eccessive e dal costo d'acquisto e manutenzione difficilmente affrontabili.
Un mezzo divertente, esteticamente appagante, tecnicamente nitido e solido, con una cilindrata consistente ma non eccessiva, prestazioni globali assolutamente soddisfacenti per tutti in tutta sicurezza e dalle caratteristiche tecnico costruttive perfettamente in linea con quelle della migliore concorrenza mondiale.
C-75 RR, il modo migliore per far tornare CAGIVA nel novero dei costruttori di moto per appassionati.
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Era la prima metà degli anni 70 e tra i maschietti quattordicenni del periodo era quasi d'obbligo possedere il "cinquantino", soprattutto se da... cross!
Il termine generico era proprio questo,...cross, anche se per la verità non proprio tutte le realizzazioni del periodo potevano dirsi adatte a tale disciplina.La V 100 BAJA, una MOTO GUZZI da fuoristrada "vero" motorizzata con il più moderno dei propulsori della Casa di Mandello.
Certamente non un mezzo per neofiti, ma una bomba da deserto, impegnativa e velocissima per chi avesse le capacità di guida ed il fisico per poterne sfruttare le potenzialità.
Ovviamente sarebbe la più ammirata e invidiata nei ritrovi tra gli appassionati di moto enduro di "grosso calibro"anche in ambiti meno esotici di quelli delle gare Californiane, sempre che ce la si possa permettere dato che sicuramente sarebbe inevitabilmente parecchio costosa!
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Pare che, insieme al pilota ufficiale Renzo Pasolini , dettero vita ad un vero e proprio spettacolo sulla pista di prova della fabbrica in sella alla nuova moto.
In quella occasione McQueen diede anche parecchi suggerimenti per le modifiche tecnico estetiche da effettuare per far si che il modello potesse aver successo nel mercato Nordamericano.
Questi spunti, portarono alla creazione di alcuni prototipi, che avevano una caratterizzazione stilistica abbastanza vicina ai modelli della Britannica METISSE di cui l'attore era grande estimatore che oggi potrebbero essere utilizzati opportunamente modernizzati per dar vita ad un nuovo modello BENELLI, decisamente originale e dalla forte personalità.
Moltissime Case motociclistiche farebbero carte false per vantare qualsiasi tipo di "coinvolgimento" con Steve McQueen e quindi BENELLI che ha di fatto questa legittimazione non dovrebbe farsi attendere ancora molto per presentare una moto che di sicuro sarebbe stata approvata da "The King of Cool".
La STEVE 750 riprende gli stilemi suggeriti allora, accordandoli sulla moderna base tecnica della BENELLI 752, per dar vita ad una roadster dal sapore vagamente americaneggiante, adatta all'uso stradale, sportiva senza eccessi, ottimamente dotata a livello di freni e sospensioni, vistosa e sobria nello stesso tempo con colorazioni vivaci e la tipica sella color avorio su una carrozzeria filante e senza fronzoli stilistici.
Chissà se il marketing BENELLI ci penserà mai......
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Come accadeva al tempo, alcuni navigati commercianti ed importatori di auto e moto Nordamericani, commissionavano alle Case Europee piccole serie di mezzi appositamente pensati e dedicati per il loro ricco mercato interno, sempre pronto ad accogliere i pregiati prodotti motoristici del Vecchio Continente.
Montgomery Ward fece approntare da BENELLI alcuni modelli ( marchiati anche come Riverside), tra i quali anche una interessante Scrambler monocilindrica, prodotta in più cilindrate, che venne nominata MOJAVE, come il celebre deserto Californiano e che ebbe buon successo.
La moto tecnicamente tradizionale si ispirava senza tanti misteri alle coeve Inglesi METISSE, pare dietro insistente suggerimento dell'attore Steve McQueen, grande appassionato e consulente dell'azienda, sia a livello telaistico che estetico.
Le forme riprendevano il concetto METISSE del Custom Unicon Styling con serbatoio ,fianchetti, sella e codino dal design fluente ed integrato molto gradito al periodo.
Oggi BENELLI, facente parte del Gruppo Cinese QJ, ha un ottimo successo di vendite, tuttavia nonostante il brand Italiano sia di sicuro stato acquisito per la propria Storia e Tradizione, questi plus non vengono molto sfruttati, se non nel nome di qualche modello.
Sulla base della IMPERIALE 400 però, BENELLI potrebbe abbastanza facilmente approntare una interessante Scrambler urbana che rimandi nella filosofia e nelle forme proprio la sopracitata MOJAVE.
Una moto facile, poliedrica e robusta, abbastanza leggera ed adatta a tutti ma dal look evocativo ed inconfondibile.
Un modello sfizioso e particolare dal "sapore" Californiano, proposto nelle vivaci tinte Sixties o in livree più eleganti, dedicato a chi voglia distinguersi con stile e che possa dare una piccola scossa alla gamma BENELLI, ad oggi un pochino troppo....generalista!
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E' la cosa che è avvenuta in APRILIA a metà anni 90 con la MOTO' 6.5, disegnata da un celebre architetto conosciuto al grande pubblico per uno...spremiagrumi, ma per la verità attivissimo a livello mondiale in più settori con grande successo!
Tecnicamente la MOTO', era moderna ma non particolarmente innovativa , mentre esteticamente al periodo non si capiva bene dove collocarla , ne enduro ne scrambler, ne sportiva ne per turismo, dalle forme semplici ed arrotondate ma comunque con gli elementi in posizione canonica e soprattutto con una finitura degli elementi "tecnici" che la facevano sembrare...finta!
Per farla breve il pubblico la rifiutò ed uscì di produzione molto presto e con molte moto invendute tra l'indifferenza dei più e il rimpianto di pochissimi.
Tuttavia oggi, con il mutamento dei gusti ed un approccio alle moto meno "passionale" che in passato, che fa si che anche mezzi pensati per un uso non specialistico vengano apprezzati, una riproposizione in chiave modernizzata della MOTO' potrebbe aver senso.
Soprattutto se si la proponesse come commuter urbano di piccola cilindrata, compatta agile e leggera e con il suo look "particolare"potrebbe essere un must tra i giovani più modaioli.
Basata sulla ZONGSHEN CYCLONE RE2 a cui in virtù di una partnership APRILIA fornisce il monocilindrico 250, rivista dai tecnici Veneti la MOTO' 2.5 REPLAY unirebbe il Design anni 90 con l'economicità e la praticità di una piccola moto moderna distaccandosi decisamente dall'infinità di proposte provenienti dal Far East presenti in questa categoria.
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Tra le altre, una dovrebbe davvero essere immancabile, la riproposizione moderna della mitica PANTAH, modello che nei primissimi anni 80 risollevò le sorti di DUCATI in quel periodo non in buone acque a livello di vendite.
Oggi DUCATI va a gonfie vele, tuttavia il segmento delle "medie"è attualmente scoperto, forse per scelte aziendali, ma c'è da scommetterci che una bella 500cc. di genere sportiveggiante senza eccessi, ben costruita e con il carisma del Marchio, potrebbe essere un ottimo successo tra i modelli Premium del segmento.
La PANTAH è pronta a tornare!
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Abbiamo capito ad EICMA 2021 che la partnership tra il Gruppo MV AGUSTA proprietaria del brand CAGIVA e il colosso Cinese QJ Motor ( proprietaria di BENELLI) sia andata in porto , visto che la proposta LUCKY EXPLORER ( altro brand di MV AGUSTA) di 550cc. è in pratica una BENELLI QJ TRK con una differente veste estetica.
Per cui, estremizzando il concetto, CAGIVA potrebbe fare ritorno sulle strade con altri modelli basati su tecnica QJ, più o meno "personalizzati" per accelerare l'ingresso sul mercato e non dover investire risorse e tempo nello sviluppo di moto totalmente nuove.
Come primo modello del nuovo corso CAGIVA ci potrebbe essere proprio un' altra 550, questa volta prettamente stradale, polifunzionale e di aspetto molto tradizionale, una sorta di riedizione di media cilindrata della mitica SST 125 degli anni 80 , modello che in virtù delle sue doti di ottimo bilanciamento tra prestazioni , estetica, robustezza , facilità d'uso e...prezzo, fece letteralmente decollare il Marchio CAGIVA!
Basata quasi integralmente sul modello SRV 550 di QJ, si differenzia per poche ma sostanziali varianti estetiche per adattarlo ai gusti Occidentali e ricordare vagamente modelli del passato della Casa Varesina.
Con quasi 50 CV per poco più di 200 Kg. la SST 550 potrebbe raccogliere consensi tra coloro che si avvicinano al motociclismo, dato il prezzo più che ragionevole, le buone prestazioni, la gradevolezza estetica e non ultimo il... Marchio, in fondo CAGIVA è un nome decisamente più noto e prestigioso di...QJ !
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Sintesi di elementi moderni e tradizionali per dar vita ad un modello davvero unico e desiderabile per chi ama le moto con forte personalità.
Ammantata nell'argento metallizzato con il telaio in azzurro tipici colori delle moto Bolognesi da competizione del periodo e con il logo DUCATI di allora, realizzata in serie limitatissima sarebbe la tipica Instant Classic per gli appassionati collezionisti più fortunati.
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Ed è proprio con questo nome che DUCATI potrebbe battezzare la sua nuova ( assolutamente ipotetica e senza alcun riferimento riconducibile ufficialmente alla Casa) creazione, espressamente pensata a coloro che vogliano avvicinarsi magari da neofiti ,al meraviglioso mondo delle supersportive del Marchio Italiano.
Una entry-level quindi, ma di gran classe e dai grandi contenuti.
Dotata di un nuovissimo propulsore bicilindrico frontemarcia di circa 500cc.dalla potenza vicina ai 60CV, incastonato in un telaio composto da traliccio di tubi e parti in fusione, CINNO R si presenta come una sportivissima ed aggressiva racer in pieno Spirito DUCATI, con componentistica di pregio e finiture di livello.
Data la potenza superiore ed il peso inferiore, all'ottimo bilanciamento della ciclistica ,CINNO R ambirebbe senza mezzi termini a diventare la moto di paragone della categoria sia in termini di performance che di soddisfazioni di guida.
Per tutti i giovani che vogliano iniziare nel migliore dei modi l'esperienza di essere motociclisti, niente di meglio della DUCATI 498 CINNO R, potendosela permettere, perché...ovviamente...la qualità ha il suo prezzo!
I sogni son desideri.
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Chiaro che dall'alto del suo blasone e con il plus di essere un Marchio Italiano, MOTO GUZZI potrebbe porsi nelle posizioni di vertice tra i desideri degli acquirenti di questi mezzi in quelle regioni del Mondo , ma potrebbe essere anche l'occasione per lanciare la propria World Bike da vendere ovunque.
La moto potrebbe chiamarsi EAGLET e cioè Aquilotto per far intendere che nonostante la ridotta cubatura si tratta pur sempre di un prodotto dell'aquila di Mandello e si rifarebbe agli stilemi tipici della Casa, con una estetica classica e filante, robustezza a tuttaprova e soprattutto con un nuovissimo propulsore monocilindrico raffreddato a liquido dal look tradizionalissimo ma tecnicamente all'avanguardia e sicuramente con performance superiori alla ipotetica concorrenza.
Certamente una partnership locale potrebbe agevolarne la realizzazione, ma il Gruppo PIAGGIO avrebbe comunque la forza per affrontare degnamente questa sfida che potrebbe essere davvero interessante dal punto di vista economico.
Disponibile in più varianti cromatiche, di sicuro questa EAGLET potrebbe trovare estimatori anche nel Paese delle sue origini.
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Una moto assolutamente costruita a mano dai migliori artigiani del Regno Unito, leggerissima come dalla migliore tradizione Britannica, che faccia della guidabilità la propria arma migliore in un mix di spartanità e raffinatezza degno delle migliori realizzazioni motociclistiche Anglosassoni.
La nobiltà HESKETH e le capacità tecniche CCM unite per la gioia dei gentlemen rider!
Quanto costerebbe ? Moltissimo
Quanto la vorreste? Moltissimo
In quanti potranno averla?.......Nessuno!
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Pur essendo realizzato in Cina, il propulsore ha un aspetto volutamente "Britannico"e per la verità tutta la Cromwell ( così si chiama la moto) strizza fortemente l'occhio ad alcune realizzazioni Inglesi.
Una moto ben dimensionata, di aspetto solido, per chi apprezza la sostanza a dispetto delle raffinatezze, insomma una moto molto ...pragmatica,...pure troppo... verrebbe da dire!
E così, per ampliare la gamma di grossa cilindrata ed offrire anche prodotti più improntati all'edonismo, BRIXTON dovrebbe sulla stessa base tecnica approntare anche moto che facciano leva sulla passione e magari su prestazioni globali migliori.
La CLUBRACER CONCEPT potrebbe essere la prefigurazione di uno di questi modelli, mix tra soluzioni tecniche tradizionali e tecnologici materiali pregiati per una sportiva di grande carattere, che pur non offrendo prestazioni da superbike pluricilindrica , possa gratificare il proprietario con le proprie performance e la cura per l'estetica.
Moto che se venisse offerta con un buon rapporto qualità/ prezzo potrebbe avere un ottimo successo nella nicchia di appartenenza!
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Questo potrebbe riguardare anche la naked sportiva SILVER EAGLE, modello a cui spetterebbe il compito di introdurre il Marchio anche nel mondo glam e sofisticato delle moto ...d'immagine, moto status symbol che coniughino prestazioni, materiali pregiati ed estetica appagante per la gioia edonistica del proprietario.
Mezzo certamente d'impatto, costoso e di qualità costruttiva ineccepibile, biglietto da visita per le future "alto di gamma" della Casa destinato ai giovani appassionati desiderosi di avere il meglio del Made in Italy.
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Anche nella più fantasiosa delle ipotesi la V 100 NERA sarebbe più rara dell'unicorno, tanto che sarebbero pochissimi i privilegiati destinata anche solo a poterla vedere, per non parlare degli anonimi proprietari, tutti Guzzisti di comprovatissima fede.
L'oscuro oggetto del desiderio!
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Gloriosa Casa Britannica ( oggi in mani Indiane) che sul finire degli anni 60 per ravvivare la propria immagine immise sul mercato una versione esteticamente molto particolare della Commando 750, con un codino molto affusolato e caratteristico dal quale prese appunto il nome di FASTBACK!
La pronipote adotterebbe la parte tecnica della bicilindrica 650 Atlas, ultimo modello presentato dalla Casa prima dell'acquisto da parte di TVS, e giocherebbe le proprie carte con un look particolare e molto originale in un mix di elementi techno e tradizionali a vestire una moto sportiveggiante ma comunque adatta ad ogni tipo di utilizzo.
Una alternativa affascinante e molto Brit Style per chi volesse distinguersi.
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